Skip links

RE PLACE 3

Il Parco delle Stelle

Città de L’Aquila.
Progetto di illuminazione del Parco del Sole
dello STUDIO ANNUNZIATA & TERZI

Se qualcuno si ricorda del terrorismo che assediò l’Italia negli anni ‘70, ricorderà anche che una delle prime vittorie civili contro la paura fu la riconquista delle città da parte delle persone nelle ore della sera. L’estate romana, le feste e gli spettacoli nelle strade di tante città, insieme all’incremento dell’illuminazione degli spazi pubblici, ebbero effettivamente una grande importanza civile e culturale. Qui a L’Aquila la paura e le strade vuote nascono oggi dal profondo della terra, ma la città deve risorgere e gli abitanti devono ricominciare ad abitarla prima che sbiadisca la memoria dei luoghi e dei simboli che in essi si tramandano da secoli. È ormai urgente ri-trovare e ri-percorrere sia la città del giorno sia la città della notte. Il volto delle strade e delle piazze dopo la ricostruzione sarà un po’ diverso da quello di prima, molti luoghi tarderanno a riprendere la loro fisionomia, ma altri luoghi sfuggiti al disastro possono fin d’ora riproporsi ai cittadini aquilani, specie ai giovani, con una immagine inedita, per suggerire nuove consuetudini di percorso e nuove mete dove darsi appuntamento.
I parchi, dove l’architettura è quella degli alberi saldamente ancorati al suolo, sono per loro natura i siti che più facilmente e immediatamente possono essere organizzati per ridare alla vita cittadina alcuni spazi adatti alla vita di relazione e alle occasioni di incontro privato e pubblico. Il Parco del Castello dove è sorto il sorprendente Auditorium di Renzo Piano è già uno di questi; il Parco del Sole a fianco della Basilica di Collemaggio potrebbe, potrà, essere il secondo, con caratteri paesaggistici e funzionali diversi. Vi è il progetto di un teatro, vi si prevede la realizzazione di servizi e spazi attrezzati per la cultura e il tempo libero, si vuole che tutto il parco sia aperto alla frequentazione serale.
Questa è una occasione preziosa per attuare un programma illuminotecnico innovativo e attraente, che sappia utilizzare le tecnologie più avanzate e insieme garantire una gestione virtuosa dei consumi energetici. La luce della città ormai è diventata, un po’ ovunque nel mondo, qualcosa di diverso, di più ambizioso della tradizionale illuminazione pubblica: non è più soltanto la luce, peraltro indispensabile, che permette di vederci di notte in sicurezza, è sempre di più anche il mezzo per sottolineare l’identità e la ricchezza visiva dei luoghi in cui la comunità dei cittadini si incontra e si sente a casa propria. Il progetto della luce è in grado di costruire negli spazi più significativi della città, o nella dimensione aperta dei suoi spazi verdi, scenari di grande suggestione, anzi può predisporre scenari differenti per occasioni e stagioni differenti, oppure più semplicemente serve a mettere in evidenza aspetti e dettagli significativi dei luoghi, che durante il giorno restano sommersi dalla luce solare.
Se la sostanza virtuale della costruzione luminosa ha conquistato un ruolo dominante nella progettazione e realizzazione degli allestimenti creativi nello spazio pubblico contemporaneo, una delle ragioni è la possibilità di gestire con un computer la programmazione di sequenze luminose diverse, che sfruttano le potenzialità delle nuove sorgenti LED e introducono nel progetto della luce artificiale un po’ di quella variabilità nel tempo che è l’aspetto più affascinante della luce solare.
A questo si aggiunge la facilità con cui le sorgenti LED RGB realizzano effetti cromatici e dinamici che si prestano alle più varie sperimentazioni espressive dei progettisti e degli artisti. Non c’è dubbio che sulla qualità degli esiti si possano avere molte perplessità ed essere molto critici. Tuttavia il rischio che nella pratica le realizzazioni di questo tipo scivolino facilmente nella banalità commerciale o nel semplice cattivo gusto è qualcosa che tocca il lighting design non più di quanto non tocchi l’industrial design e in genere tutti i linguaggi dei media contemporanei. Rimane comunque un punto fermo: la straordinaria forza espressiva della luce, in tutte le sue declinazioni dinamiche e cromatiche, e la sua capacità di sviluppare temi visivi di grande impatto emozionale.

Mettere in scena il paesaggio.
Il paesaggio non è una cartolina, non lo si contempla come un quadro ma lo si vive camminandoci dentro, nel paesaggio si deve entrare e percorrerlo liberamente scoprendone punti di vista e itinerari sempre diversi. Di notte tutto questo si presta a diventare teatro, scena all’aperto di innumerevoli racconti visivi. Gli spettatori sono anche gli attori, l’artificio e il naturale si mescolano e si forzano a vicenda fino a dare luogo ad un sito immaginario che si materializza tutte le sere dopo il tramonto del sole.
Nel caso specifico de L’Aquila, la luce artificiale potrebbe disegnare nel Parco del Sole un sito effettivamente sorprendente, dove oltre agli scenari fondamentali di progetto potrebbero trovare posto, in diversi periodi dell’anno, realizzazioni temporanee affidate ad artisti differenti, per fondare una inedita tradizione di esperienze culturali ricorrenti, eventualmente in concomitanza con l’attività del teatro all’aperto di cui si prevede la costruzione.
Il progetto, o meglio la proposta progettuale, fin qui studiata dallo Studio Annunziata & Terzi di Roma fa riferimento alle destinazioni funzionali previste dal Master Plan dell’area predisposto dall’Amministrazione Comunale e propone una soluzione per molti aspetti innovativa rispetto a quanto si continua a fare in Italia nell’illuminazione degli spazi verdi. L’idea di fondo è semplice: si tratta di un impianto con due livelli di funzionamento, il primo costituito dall’illuminazione funzionale dei percorsi pedonali esistenti, che comprende anche le aree di sosta dotate di panchine, il secondo costituto da un impianto bus KNX in grado di comandare un certo numero accensioni nei punti del parco più significativi per caratteri funzionali e paesaggistici. Lo scopo di questa seconda rete è la realizzazione di una illuminazione “scenica” opzionale da attivare, o variare, a seconda delle necessità e delle intenzioni della gestione. Il progetto prevede una differenziazione del sistema d’illuminazione dei percorsi pedonali principali, illuminati con paline alte circa 1 metro, e dei percorsi pedonali secondari, illuminati con bollard alti circa 40 cm; il progetto prevede inoltre una illuminazione funzionale con pali alti circa 4 metri nelle aree di pertinenza dei poli funzionali principali (teatro all’aperto, planetario, sala convegni, ecc.).
Protagonista principale della sistemazione complessiva, è il laghetto con la sua cintura di vegetazione che potrà essere messa in evidenza con proiettori a luce bianca o dotati di sorgenti LED RGB per ottenere effetti cromatici destinati ad animare per riflessione lo specchio d’acqua.
Analogo trattamento scenografico è ipotizzato in corrispondenza di alcuni esemplari arborei importanti e in vicinanza della cavea teatrale di progetto.
Particolare importanza viene attribuita all’illuminazione del viale d’ingresso che oltre alle luci radenti sul piano di calpestio prevede la valorizzazione della fitta vegetazione esistente su entrambi i lati per mezzo di apparecchi incassati nel terreno al di sopra dei muretti.
In qualche misura il progetto si confronta con alcune realizzazioni particolarmente suggestive che hanno avuto successo in Francia, ad esempio a Lione dove è in funzione dal 2000 un bellissimo jardin chromatique nel Parc de Gerland. In questi casi si è proceduto anzitutto ad un riordino paesaggistico del verde in relazione alle trasformazioni che le specie botaniche subiscono nel corso delle stagioni, con l’obiettivo di rendere attraente il parco di giorno sia dal punto di vista estetico sia da quello conoscitivo, e poi all’installazione di un impianto luminoso predisposto per la realizzazione di scenari notturni di notevole impatto visivo.
L’auspicio è che a L’Aquila quello che durante il giorno si apre ai cittadini come il Parco del Sole, nelle ore dopo il tramonto si tramuti, per magia tecnologica, nel primo parco italiano delle stelle.
Arch. Floriana Cannatelli
Direttrice Organizzativa del Master in Lighting Design MLD. Università Sapienza. Roma